Pubblicazioni
Gian Piero Quaglino, Istituto Pesaventa. I quaderni di Eduardo Descondo. Vol. IV, Moretti & Vitali Editori (“Narrazioni della conoscenza”), Bergamo 2023. Quarto appuntamento con i Quaderni di Eduardo Descondo. Anche questa volta si tratta del resoconto, più o meno fedele, delle avventure e disavventure dei quattro amici della Compagnia del Mitra ai corsi frequentati presso il fantomatico Istituto Pesaventa. Si parlerà soprattutto di speranza con gli appunti del corso Speranza sì, speranza no, e di ombra con gli appunti della conferenza Elogio dell’Ombra amichevole. Il tono sarà, come al solito, piuttosto svagato e venato da quella ironia sottile che sfiora sempre il paradossale, se non l’assurdo. I protagonisti non temono evidentemente né le stravaganze né lo “sprezzo del ridicolo”. Completa il volume lo scritto, piuttosto improbabile, di uno degli amici del Mitra: il Diario dal sentiero della scuola di Marcelo Malavista. Vecchi ricordi fine anni Sessanta di tre giovincelli in tempesta pre-adolescenziale. Le parti narrative dedicate alle vicende della Compagnia tendono di volume in volume ad espandersi sempre più. Non deve stupire. Ama dire Descondo che, fatte le debite proporzioni, pare stia accadendo lo stesso anche all’intero universo.
Ordine degli Psicologi del Piemonte, Orientamenti e innovazioni della Psicoterapia in Piemonte, a cura di Riccardo Bernardini e Giancarlo Marenco, espress (“Visioni della scienza”), Torino 2023. Nell’ottobre 2020, in piena emergenza sanitaria connessa al COVID-19, le Scuole di Specializzazione in Psicoterapia piemontesi accettavano l’invito dell’Ordine degli Psicologi del Piemonte a interrogarsi sul tema della terapia a distanza. Nasce da qui, ma si evolverà nelle direzioni più varie, un percorso quadriennale di seminari che culminerà nell’ottobre 2023 nel convegno Orientamenti e innovazioni della psicoterapia in Piemonte. Il presente volume raccoglie gli atti di quell’incontro, una rara e ricca panoramica sul lavoro svolto dagli istituti di formazione psicoterapeutica in anni in cui sono emerse nuove fragilità e sofferenze. Diciotto saggi eterogenei per ambiti di competenza, esperienze e approcci, ma che tuttavia sembrano dialogare costantemente tra essi, in una delle sfide più difficili – ma forse anche più creative – della professione psicologica e psicoterapeutica: pensare costantemente e adattare di volta in volta i propri strumenti al momento storico che terapeuta e paziente condividono e, se possibile, gettare uno sguardo oltre a questo, fra tradizione e cambiamento (Copertina).
Giulio Gasca e Angela Sordano, Trascendere l’Io. Prospettive junghiane sui gruppi, Introduzione di Angelo Malinconico, Moretti & Vitali Editori (“Il Tridente Saggi”), Bergamo 2023. Secondo Giulio Gasca e Angela Sordano, Docenti presso la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia IPAP, Jung ha anticipato di quasi mezzo secolo tutta la letteratura psicodinamica relazionale e intersoggettiva. Il Sé è un campo dinamico complesso che va oltre i confini dell’esperienza del singolo individuo. L’ipotesi proposta nel testo sottolinea come l’integrazione tra l’epistemologia junghiana, l’attivazione corporea permessa dallo psicodramma e la visione gruppoanalitica fornisca un modello teorico e di intervento capace di spiegare i diversi livelli di interconnessione tra i membri di un gruppo terapeutico e il processo trasformativo. Se il gioco di ruolo favorisce la reintegrazione delle parti dissociate, o l’attivazione degli aspetti potenziali del sé personale, la sequenza di scene e il discorso simbolico condiviso consentono l’elaborazione degli aspetti transpersonali e delle dimensioni d’ombra proiettate sul collettivo. Il tema del “trascendere l’Io” rimanda alla possibilità di un cambiamento oltre che di un’immediata presa di coscienza individuale.
Alessandro Defilippi, E poiché io sono oscuro… Di Merlino, del Graal e di Carl Gustav Jung, Moretti & Vitali Editori (“Il Tridente Saggi”), Bergamo 2023. Come scrisse Jung, la storia di Merlino non è compiuta ancora oggi ed egli va ancora vagando tra di noi. E poiché io sono oscuro si muove tra riflessione psicologica e narrazione, ripercorrendo i nodi fondamentali della vicenda del grande Incantatore e cercando di leggerli nella loro luce mitica ed esistenziale. Dal bambino saggio figlio del Diavolo fino al vecchio mago, che per amore – e per stanchezza – accetta di essere imprigionato da una giovane donna e di deporre così il suo potere, Merlino attraversa la storia dell’Occidente con la forza di un simbolo mai del tutto compreso, ma sempre presente nelle nostre vite. Ci parla di magia, inganni, potere e avventure. Ci interroga sul senso di vivere e sul significato dell’amore. Libro di storie, di miti e di meditazione sulla psicologia junghiana, E poiché io sono oscuro si conclude nel segno di una speranza. Perché, come dice Gandalf, che di Merlino è certo fratello: “Uno stregone non è mai in ritardo. Né in anticipo. Arriva precisamente quando intende farlo.” Alessandro Defilippi è Docente presso la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia IPAP.
Riccardo Bernardini, Simboli di rinascita nella Basilica di San Miniato al Monte a Firenze. Da Gioacchino da Fiore a C.G. Jung, Prefazione dell’Abate Bernardo Francesco Gianni, O.S.B., Fotografie di Mariangela Montanari, Moretti & Vitali, Bergamo 2022. La millenaria Basilica di San Miniato al Monte di Firenze testimonia una rara ricezione cristiana della preesistente tradizione astrologica. Il libro propone una lettura psicologica dell’iconografia della Basilica, con particolare attenzione a cinque temi: lo Zodiaco solstiziale, la Porta Santa, il Teriomorfo dell’ambone, il glifo dei Pesci e l’iscrizione segreta pavimentale. Questo complesso simbolismo sembra raccontarci delle angosce millenaristiche dell’uomo medievale per la venuta dell’Anticristo, alla fine di un’epoca del mondo: astronomicamente, la “commissura” o momento di passaggio dell’Equinozio di Primavera dal primo al secondo pesce nella costellazione dei Pesci, lungo il movimento di precessione degli equinozi; ma anche delle sue speranze escatologiche per l’inizio di un nuovo tempo cosmico, profetizzato da Gioacchino da Fiore e, con riferimento all’Era dell’Acquario, intuito da C.G. Jung (“La via di quel che ha da venire”) (Recensione di Robert M. Mercurio; Recensione di Paul Bishop).
Psicopatologia generale e clinica del trattamento psicoterapeutico (al I anno) e di Fondamenti di psicodramma IV: psicopatologia e psicodramma analitico (al IV anno) presso l’Istituto di Psicologia Analitica e Psicoterapia (IPAP), Scuola di Specializzazione in Psicoterapia, di cui è stato tra i principali promotori.
Gian Piero Quaglino, Ombre, buio (e Bob Dylan) di Marcelo Malavista, Moretti & Vitali Editori (“Narrazioni della conoscenza”), Bergamo 2021. Ai tavolini del Rombo, un “caffè letterario” per modo di dire, ogni martedì e venerdì si ritrovano otto amici a chiacchierare del più e del meno. Gli ultimi due mesi si sono concentrati sul tema dell’ombra, del buio, dell’oscurità e della tenebra. Nonostante il tema, non si può dire che certi discorsi siano risultati davvero “illuminanti”. Marcelo Malavista, che era del giro, ha trascritto tutto per noi. E ci ha aggiunto di suo una base musicale tutta ispirata al suo idolo, Bob Dylan. Ne è uscito un volumetto che ancora una volta è toccato a Gian Piero Quaglino completare con una Prefazione e una Postfazione che ci offrono tutti gli annessi e connessi di questa ennesima puntata di quella che è ormai diventata la saga della “Compagnia del Mitra”, dopo i precedenti sei saggi, già apparsi nelle medesime edizioni, Lettera a Mirul di Lumir Medana (2020), Premiata ditta Caso&Destino. I quaderni di Eduardo Descondo, Vol. III (2020), Incerti versi di Carlos Albasuelo (2019), Nuovi quaderni di Eduardo Descondo. La Compagnia del Mitra (2019), Abitare la soglia di Eduardo Descondo (2019) e I quaderni di Eduardo Descondo (2018).
Gian Piero Quaglino e Augusto Romano, A spasso con Jung (nuova edizione ampliata), Raffaello Cortina Editore (“Minima”), Milano 2021. Carl Gustav Jung ha messo in luce, con grande anticipo, intoppi e derive dell’uomo alle prese con l’arte di orientare la vita nella giusta direzione. Spesso le sue riflessioni sono compendiate in frasi che si rivelano battute fulminanti, capaci di aprire a pensieri paradossali, ma sempre chiarificatori. In questa nuova edizione di A spasso con Jung, le frasi alle quali affidare un breve commento sono aumentate di numero, da quaranta a cinquantadue. Inoltre, sono state riorganizzate in modo da ottenere una sorta di vademecum per orientarsi in questi tempi difficili. Rimane identica la tonalità dei commenti. Si sono privilegiate risonanze letterarie, poetiche, filosofiche; si è preferito indulgere alla divagazione in chiave narrativa. È certo, così, che anche il più frettoloso dei lettori, o la meno guardinga delle lettrici, non potrà mancare di sorprendersi per ciò che sentirà affiorare attraverso la sollecitazione di queste apparentemente innocue provocazioni junghiane. Gian Piero Quaglino è docente di Fondamenti del pensiero junghiano presso l’IPAP. Augusto Romano ha insegnato Fondamenti di Psicologia Analitica presso l’IPAP.
Andrea Calvi, La via labirintica. Percorsi iniziatici nel mito, nel rito e nella clinica psicoanalitica, Moretti & Vitali Editori (“Il Tridente Saggi”), Bergamo 2021. Nella “Villa dei Misteri”, a Pompei, è conservato un affresco meraviglioso e misterioso, che sembra illustrare una iniziazione orfica. Osservando le immagini arriviamo a scorgere un ragazzo assorto, con lo sguardo perduto dentro a uno specchio concavo. Dietro di lui una maschera che raffigura Dioniso si riflette in quello specchio e negli occhi del ragazzo, dando vita all’identificazione col dio. Passa il tempo ma l’immagine di quel rispecchiamento continua a interrogarci: cosa vediamo quando ci guardiamo dentro? Quali presenze animano l’inconscio rispecchiandosi, deformate, sulla superficie dei nostri pensieri? Esiste una via percorsa da tempo immemorabile, che comprende in sé l’intuizione che tutto è vivo e tutto può riguardarci, che chiede attenzione, responsabilità e cura del circostante. È la via labirintica, il percorso iniziatico che conduce all’esperienza psicologica, che è continuo e creativo rispecchiamento del sostrato inconscio emotivo e immaginale. Andrea Calvi, analista junghiano con funzioni didattiche, è Docente dell’Istituto di Psicologia Analitica e Psicoterapia (IPAP).
Gian Piero Quaglino, Lettera a Mirul di Lumir Medana, Moretti & Vitali Editori (“Narrazioni della conoscenza”), Bergamo 2020. Una lettera di cento e più pagine? Difficile da concepire in tempi di tweet da duecento caratteri. Se però l’autore è Lumir Medana non c’è da stupirsi. Soprattutto se si tratta di una lettera indirizzata al suo non meglio identificato “amico di penna” Mirul Damena (ricorda qualcosa, come nome, no?), per girare intorno alla frase “si tratta di vivere senza io, così tutto ciò che ci appartiene arriverà”. D’altra parte solo Gian Piero Quaglino, memorialista ufficiale della Compagnia del Mitra, poteva riuscire ad aggiungere di suo, tra Prefazione e Postfazione, tutti gli indispensabili retroscena. Un volumetto dunque labirintico il giusto, in continuo andirivieni di storie intrecciate con altre storie. Siete avvertiti. Anche il più volenteroso dei lettori rischierà di perdersi. Magari finirà per arrendersi e alzare le mani. O forse si sognerà di abbassarle, le mani, direttamente… sull’autore. È un rischio da correre. Gian Piero Quaglino è direttore della Scuola di Formazione Permanente Vivenzia e docente dell’IPAP, Scuola di Specializzazione in Psicoterapia, presso il Polo Formativo Universitario “Officina H Olivetti” di Ivrea.
Gian Piero Quaglino, Premiata ditta Caso&Destino. I quaderni di Eduardo Descondo, Vol. III, Moretti & Vitali Editori (“Narrazioni della conoscenza”), Bergamo 2020. La pubblicazione dei Quaderni di Appunti di Eduardo Descondo procede a ritmo spedito. Fin troppo? Intanto siamo al terzo appuntamento, senza contare i due volumetti extra dell’Abitare la soglia di Descondo e degli Incerti versi di Carlos Albasuelo, che con Marcelo Malavista e Lumir Medana compongono quell’eccentrico quartetto che è la Compagnia del Mitra. Anche in questo terzo volume altre avventure e disavventure dei quattro amici ai soliti improbabili corsi e conferenze del molto fantomatico Istituto Pesaventa. Qui ci inoltriamo nella selva di appunti presi da Descondo, con la sua proverbiale diligenza, al corso Sognate e vi sarà dato e alla conferenza dedicata a un Elogio del vero sorriso. Non mancano annotazioni “varie ed eventuali” delle loro surreali chiacchierate ai tavolini del caffè Mitra. Completa questo terzo volume la cronaca di un fine settimana a casa di Lumir Medana, che il suddetto ha voluto trascrivere in forma di pièce teatrale parecchio stravagante (ma sempre meno del contenuto) e per la quale ha preteso il sibillino titolo Weekend a Vulaines, sul serio sur Seine.
Carl Gustav Jung, Rinascere. Testo e appunti della conferenza tenuta a Eranos nel 1939, a cura di Fabio Merlini e Riccardo Bernardini, Aragno*Eranos, Ascona (“Classici di Eranos”, Vol. I), Ascona 2020. Il Convegno di Eranos del 7-15 agosto 1939 fu dedicato al tema “Il simbolismo della rinascita nelle rappresentazioni religiose di varie epoche e luoghi”. Stimolato dalle brillanti presentazioni dei relatori che lo avevano preceduto, il 15 agosto Carl Gustav Jung tenne due conferenze, per lo più improvvisate, sul tema “La psicologia della rinascita”. Jung parlà della rinascita come archetipo. Trattò del mistero coranico dei Sette Dormienti e dell’angelo al-Khiḍr, conosciuto come “il Verdeggiante”: un tema caro al teologo e islamista Louis Massignon, con qui egli aveva aperto il Convegno. Fu proprio al Convegno di Eranos del 1939, pochi giorni prima dello scoppio della Seconda guerra mondiale, che Jung arrivò a comprendere un aspetto significativo del problema della dualità grazie al pensiero religioso islamico: un conseguimento “anticipato” ben diciannove anni prima da un emblematico sogno che aveva fato in Nord Africa, a Tunisi (1920), e che avrebbe dovuto attendere la Risposta a Giobbe (1952) per essere compiutamente elaborato.
Gian Piero Quaglino, Incerti versi di Carlos Albasuelo, Moretti & Vitali Editori (“Narrazioni della conoscenza”), Bergamo 2019. Continuano le avventure della Compagnia del Mitra di Eduardo Descondo, Carlos Albasuelo, Marcelo Malavista e Lumir Medana. Ce le racconta Gian Piero Quaglino, il quale è diventato ormai il memorialista ufficiale della Compagnia, tanto da offrirci ogni volta gli indispensabili retroscena della vicenda. La pubblicazione dei Quaderni di appunti (Moretti & Vitali, Bergamo 2018) e dei Nuovi Quaderni (Moretti & Vitali, Bergamo 2019) di Eduardo Descondo ai corsi del fantomatico Istituto Pesaventa va assumendo sempre più l’aspetto di un romanzo d’appendice di altri tempi. Come se non bastasse, adesso i quattro amici della Compagnia del Mitra hanno cominciato a reclamare una “puntata speciale” ciascuno per sé, e l’affare si ingrossa. Così, dopo il volumetto di Eduardo Descondo sull’Abitare la soglia (Nino Aragno, Torino 2019), ecco ora il turno di Carlos Albasuelo con i suoi Incerti versi: titolo azzeccatissimo per una manciata di prose poetiche che ispirano tenerezza. Gian Piero Quaglino è direttore della Scuola di Formazione Permanente Vivenzia e docente dell’IPAP, Scuola di Specializzazione in Psicoterapia, presso il Polo Formativo Universitario “Officina H Olivetti” di Ivrea.
Gian Piero Quaglino, Nuovi quaderni di Eduardo Descondo. La Compagnia del Mitra, Moretti & Vitali Editori (“Narrazioni della conoscenza”), Bergamo 2019. Eduardo Descondo ha scelto per noi una nuova raccolta di Quaderni di Appunti. Li ha estratti dalla grande scatola verde che staziona impavida sul suo tavolo di lavoro, e che contiene le memorie delle avventure (e disavventure) della Compagnia del Mitra ai corsi frequentati presso il piuttosto fantomatico Istituto Pesaventa. Avremo così modo di addentrarci, in particolare, nel labirinto dei materiali da lui diligentemente annotati al corso Sul buon uso della solitudine e alla conferenza Se cercate l’anima la trovate in giardino. Anche in questo secondo volume faranno da cornice narrativa ai testi i resoconti delle chiacchierate piuttosto surreali e stravaganti di Eduardo Descondo e dei suoi tre amici Carlos Albasuelo, Marcelo Malavista e Lumir Medana al loro solito tavolino del Caffè Mitra. Completa la raccolta lo “scritto improbabile” di Carlos Albasuelo, una manciata delle sue curiose Canzoni di gioventù che, pur senza alcuna pretesa consapevole di poter passare alla storia, costituiscono tuttavia un ulteriore elemento per entrare nello spirito di quell’eccentrico sodalizio che è la Compagnia del Mitra.
Fabio Merlini e Riccardo Bernardini (a cura di), Eranos in the Mirror. Views on a Moving Legacy, Aragno*Eranos (“Classici di Eranos”), Ascona 2019. Il presente volume è il primo di una serie di pubblicazioni avviata con l’intento preciso di valorizzare i documenti di archivio legati ai Convegni di Eranos e custoditi ad Ascona (Svizzera) dall’omonima Fondazione. Materiali ricchissimi (manoscritti, testimonianze epistolari, fotografie, dipinti, sculture) cresciuti negli anni, grazie soprattutto all’instancabile lavoro di Olga Fröbe-Kapteyn (1881-1962), la colta e intraprendente ideatrice olandese delle celebri Eranos Tagungen annuali, inaugurate nel lontano 1933 ad Ascona: iniziativa che, nel corso del secolo, sarebbe poi divenuta una esperienza unica e pionieristica nel panorama della vita culturale del Novecento. La pubblicazione è la riedizione aggiornata del volume Eranos 85 Years. 1933-2018, con cui, lo scorso anno, l’Editore Nino Aragno ha voluto omaggiare la Fondazione Eranos in occasione dei festeggiamenti per il suo ottantacinquesimo anniversario. I testi e i documenti iconografici qui presentati sono selezionati proprio con l’intenzione di offrire al pubblico interessato un “saggio” di che cosa siano stati, e cercano tutt’ora di essere, i Convegni di Eranos.
Andrea Calvi, Quel che resta di Dio. Forme del Sacro nella cultura contemporanea e nella clinica, Moretti & Vitali Editori (“Il Tridente Saggi”), Bergamo 2019. Esiste ancora un’esperienza di Dio in grado di atterrire, afferrare, unire, un’esperienza che possa guidare la trasformazione individuale o sociale, veicolare nuove conoscenze, mettere in contatto con il cosmo, dare voce all’emotività profonda, cambiare l’assetto intimo della propria esistenza? In Occidente Dio è uscito dai luoghi di culto per nascondersi nel buio dell’Inconscio, nelle maschere del folklore, nelle notti dei boschi lontani dai bagliori delle città. Dio sembra visitare la solitudine delle persone e orchestrare i destini nelle stanze di psicoterapia. Attraverso una polisemia di forme richiama ancora dal passato recente, fa capolino nella musica dionisiaca delle tarantate, sembra interrogarci nelle coincidenze, ci beffeggia ogni volta che non abbiamo spiegazioni. In un presente che sembra sempre più dedicato allo sterile estetismo di forme ammiccanti e alla falsa promessa di una vita felice, Dio sembra farci inciampare attraverso le fobie, la depressione, il panico incontrollabile. Quel che resta di Dio si propone di testimoniare, attraverso la clinica psicoanalitica e la ricerca antropologica, l’irruzione illegale del Sacro.
Eduardo Descondo, Abitare la soglia, Prefazione e Postfazione di Gian Piero Quaglino, Nino Aragno Editore (“Biblioteca Aragno”), Torino 2019. Invitato a un convegno sul tema della soglia, a Eduardo Descondo capita di ritrovarsi senza idee. Non sarebbe un problema considerato che il tema non è dei più facili, se non fosse che fino a quel momento gli era sempre accaduto che bastasse il la, su qualunque argomento, per partire e il problema fosse stato, semmai, quello di fermarsi. Non c’è altro da fare che chiedere aiuto ad amici fidati, preparatissimi sulla materia. Fortunatamente l’aiuto arriva. Descondo decide così che la sua relazione al convegno sulla soglia non sarà altro che il resoconto dei suoi incontri con quegli amici fidati e delle idee che ne ha ricavato e rielaborato. La Prefazione e la Postfazione di Gian Piero Quaglino fanno da cornice al testo, svelando alcuni retroscena della vicenda. Eduardo Descondo vive e scrive a Nether Winchendon (Buckinghamshire). Gian Piero Quaglino, direttore della Scuola di Formazione Permanente promossa dall’APAP presso il Polo Formativo Universitario “Officina H Olivetti” di Ivrea, ha pubblicato I quaderni di Eduardo Descondo (2018) e i Nuovi quaderni di Eduardo Descondo. La Compagnia del Mitra (2019).
Gian Piero Quaglino, I quaderni di Eduardo Descondo, Moretti & Vitali Editori (“Narrazioni della conoscenza”), Bergamo 2018. Invitato a un convegno sul tema del denaro, a Eduardo Descondo torna in mente il corso Sul buon uso del denaro a cui aveva partecipato, molti anni prima, all’Istituto Pesaventa. In quell’occasione aveva incontrato Carlos Albasuelo, Marcelo Malavista e Lumir Medana, e ne era nato un sodalizio inossidabile. I quattro avevano deciso che ogni anno avrebbero scelto insieme a quali altri corsi iscriversi, e che da quel momento sarebbero stati la “Compagnia del Mitra”, dal nome del caffè ai cui tavolini si ritrovavano a fine giornata per chiacchierare del più e del meno. Nella grande scatola verde sul suo tavolo di lavoro, Descondo custodisce quelli che gli piace chiamare i Pesaventa Papers: ci sono i suoi Quaderni di Appunti dei vari corsi, seminari e conferenze a cui i quattro hanno partecipato e pure gli Scritti Improbabili che ciascuno coltiva in segreto. Questo volume raccoglie i materiali dei primi due anni di avventure (e disavventure) della “Compagnia del Mitra” all’Istituto Pesaventa. Gian Piero Quaglino è direttore della Scuola di Formazione Permanente Vivenzia e docente dell’IPAP, Scuola di Specializzazione in Psicoterapia.
Giulio Gasca e Carola Palazzi Trivelli, La schizofrenia nel test di Rorschach. Un’analisi di 124 protocolli, Edizioni FrancoAngeli (“Psicoterapie”), Milano 2018. Il test di Rorschach può diagnosticare la schizofrenia o escluderla? Può dare indicazioni sulla sua evoluzione e sulle possibilità di cura? Dal confronto con le ricerche finora svolte e i risultati di uno studio accurato di 124 protocolli Rorschach emerge un’interpretazione unitaria dell’essenza sottostante alle molteplici forme del disturbo schizofrenico: l’impossibilità di stabilire cosa, in una data situazione, sia rilevante e pertinente. Il Rorschach ci permette di entrare dentro il funzionamento di una mente schizofrenica, nell’acuzie e nell’intorpidimento, cogliendone tutte le sfaccettature. La schizofrenia si configura come una crisi epistemologica personale, un modo estremo dell’essere umano di reagire alla complessità e alla contraddittorietà dell’esistenza, cui il soggetto risponde introducendo specifici meccanismi di difesa contro il caos, quali il limitare il campo di interessi, il razionalismo morboso o la frammentazione dell’esperienza. Il Rorschach rispecchia il modo in cui l’individuo si rapporta alla realtà che, come le tavole del test, è spesso ambigua. Il ricercatore, di fronte ad un materiale ambiguo, a differenza dello schizofrenico, cerca di selezionare tra le nuove forme quelle valide.
AA.VV., Jung e Ivrea (“L’Ombra”, Nuova serie, Vol. 9, N. 1, Anno 2018), a cura di Riccardo Bernardini, Moretti & Vitali Editori (“Il Tridente Campus”), Bergamo 2018. Il volume raccoglie gli atti della giornata di studi “Jung e Ivrea. L’anima di un territorio tra imprenditoria, cultura e psicoanalisi”, organizzata dall’IPAP presso il Polo Formativo Universitario “Officina H Olivetti” di Ivrea il 15 ottobre 2016. Con contributi di Alessandra Agnolon, Paolo Aite, Lorenzo Ardissone, Pino Barra, Angelo Benessia, Riccardo Bernardini, Ernst Bernhard, Wilma Bosio Blotto, Roberta Bussa, Rita Bussi, Roberto Cazzola, Antonio Cinotto, Alessandro Croce, Beniamino de’ Liguori Carino, Alberto Favole, Andrea Franciosi, Mariella Gambino Loriga, Maurizio Gasseau, Alwine von Keller, Tamar Kron, Michele Graziadei, Marzia Loriga, Sabina Loriga, Vincenzo Loriga, Romano Màdera, Giancarlo Magno, Fabio Merlini, Robert M. Mercurio, Angela Michelis, Mauro Palomba, Antonio Perazzo, Alessandra Perugini, Paolo Quagliarella, Gian Piero Quaglino, Augusto Romano, Alessandro Sabolo, Alberto Saibene, Elvira Signaroldi, Diego Targhetta Dur, Emanuele Trevi, Ferruccio Vigna, Antonio Vitolo e Anna Zacchello. Repertori d’archivio a cura della Associazione Archivio Storico Olvetti e degli eredi Loriga (Copertina; Indice e Nota curatoriale; Poster; Recensione di Clementina Pavoni).
Fabio Merlini e Riccardo Bernardini (a cura di), Eranos 85 Years. 85 anni di Eranos. 1933-2018, Nino Aragno Editore (“Biblioteca Aragno”), Torino 2017 (fuori commercio). La parola eranos, in greco antico, significa “banchetto”, un convivio che prende vita grazie ai contributi liberamente apportati dai commensali. Nel 1933 nacque un moderno “Eranos” ad Ascona, sulle rive del Lago Maggiore. È qui che prese vita il progetto di Olga-Fröbe Kapteyn (1881-1962): creare un “luogo di incontro e di esperienza”, un “libero spazio per lo spirito”, dove le filosofie orientali e occidentali avrebbero potuto incontrarsi e dialogare. A Eranos si radunarono molti tra gli studiosi più influenti nella cultura del XX secolo. Unico centro congressuale internazionale attivo in Europa durante la guerra, Eranos ha anticipato di molti anni il tema odierno dell’interdisciplinarietà, offrendo un contributo straordinario alla storia intellettuale europea. Questo volume, pubblicato in occasione dell’85° anniversario dei Convegni di Eranos (1933-2018), raccoglie gli indici analitici delle conferenze tenute dal 1933 al 2016, oltre a materiali di archivio fotografici e documentali, editi e inediti, a firma di alcuni dei suoi principali protagonisti (C.G. Jung, Mircea Eliade, Henry Corbin, James Hillman).
Augusto Romano, L’inconscio a Torino. La psicologia del profondo nella Torino del Novecento: editoria, scuole, testimoni, Nino Aragno Editore (“Biblioteca Aragno”), Torino 2017. La psicoanalisi a Torino: questo volume racconta chi ha introdotto Freud, Adler e Jung (la triade originaria, cui si sono poi aggiunti altri insigni personaggi, per esempio Lacan) in terra piemontese; quali gruppi si sono formati e quale ne è stata la storia; se ci sono state diaspore e formazioni eterodosse. Inoltre, Torino è stata la culla della editoria psicoanalitica, ed è parso opportuno ricostruirne le vicende, trasformandole in un blando romanzo giallo. Torino e la psicoanalisi: l’accostamento ha anche suggerito riflessioni sui possibili legami tra le due realtà, considerate come soggetti animati, portatori di qualità personali, di atteggiamenti, di simpatie e idiosincrasie. Una tentazione che molto deve a intuizioni e fantasie che, insieme alla vasta e inevitabile aneddotica, spesso conferiscono al libro un andamento narrativo. Tanto più che l’autore è egli stesso analista, non alieno da passioni letterarie. Si potrà allora dire che la elusività della città dai tanti volti sembra rispecchiare con segreta complicità il carattere tortuoso e molteplice delle dottrine analitiche e delle loro applicazioni cliniche.
Ernst Bernhard, Lettere a Dora dal campo di internamento di Ferramonti (1940-41), a cura di Luciana Marinangeli, Nino Aragno Editore (“Biblioteca Aragno”), Torino 2016. L’Istituto è lieto di presentare la ripubblicazione della corrispondenza tra Ernst e Dora Bernhard (edita nel 2011), realizzata con una fascetta celebrativa in occasione della giornata di studi “Jung e Ivrea. L’anima di un territorio tra imprenditoria, cultura e psicoanalisi”, organizzata presso il Polo Formativo Universitario “Officina H Olivetti” di Ivrea il 15 ottobre 2016. Ernst Bernhard (1896-1965), pediatra e psicoanalista tedesco, studiò con impegno l’analisi freudiana e junghiana. Dal 15 ottobre 1935 al 17 marzo 1936 lavorò con Carl Gustav Jung. Si trasferì in Italia nel 1936 e si stabilì a Roma, dove strinse amicizia con gli psicoanalisti più conosciuti della capitale. Arrestato nel giugno 1940 per effetto delle leggi razziali, fu internato a Ferramonti di Tarsia, da dove mantenne un rapporto epistolare con la moglie, Dora Friedländer (1896-1998). Lasciò il campo l’11 aprile 1941, grazie all’intervento dell’orientalista Giuseppe Tucci. Riprese la sua attività professionale prima a Roma e poi a Bracciano, dove fondò l’Associazione Italiana di Psicologia Analitica (AIPA). Il suoi scritti sono stati raccolti postumi da Hélène Erba-Tissot nella Mitobiografia (Adelphi, Milano 1969).
Gian Piero Quaglino, Meglio un cane, Raffaello Cortina Editore (“Storia delle idee”), Milano 2015. “Il cane non ha bisogno di scrivere un libro sull’amore perché ama a tempo pieno e non ha un minuto di tempo libero per prendere appunti, mettere nero su bianco, riempire pagine”. Basterebbe già questo per dare risposta al quesito che campeggia nella copertina del libro Meglio un cane: “Pensate anche voi che più si conoscano gli uomini più si amano i cani?”. Si dice che il cane sia il migliore amico dell’uomo. Si potrebbe aggiungere che ci sono molte cose che un cane sa fare, per l’uomo, anche meglio di lui. Per esempio stargli vicino, volergli bene, consolarlo, essergli fedele. Parlargli no, ma certi sguardi del cane valgono a volte più di mille parole. Per questo non si è mai soli con un cane, non si è mai abbandonati al proprio destino. Ecco dunque un piccolo omaggio al cane attraverso una raccolta di storie che ci arrivano dal grande mondo dei miti, dei racconti e delle poesie. Un mosaico di voci che narrano del legame antichissimo tra l’uomo e il cane e che ci parlano di come quella storia sia cominciata e del perché non finirà mai. Gian Piero Quaglino, autore per Raffaello Cortina di numerosi volumi, tra cui La scuola della vita (2011), è direttore della Scuola di Formazione Permanente Vivenzia presso il Polo Formativo Universitario “Officina H Olivetti” di Ivrea.
AA.VV., Eranos – Its Magical Past and Alluring Future: The Spirit of a Wondrous Place, “Spring: A Journal of Archetype and Culture”, Vol. 92, ed. Riccardo Bernardini, Spring Journal, Inc., New Orleans, LO 2015. Spring is the oldest Jungian psychology journal in the world and is organized around a contemporary issue in the areas of archetypal and Jungian psychology. Spring has had a longing-standing connection to Eranos and has published through the decades articles by many of the key figures who presented at the Eranos Conferences. This issue focuses on Eranos’s history, cultural heritage, and future perspectives. It gathers a series of contributions by renowned specialists, together with a series of essays by great authors of the past, whose gratitude to Eranos is testified to in their writings. Historical essays re-published here are by Carl Gustav Jung, Henry Corbin, Mircea Eliade, Adolf Portmann, and Rudolf Ritsema. We are also honored to publish for the first time an article by the founder of Eranos, Olga Fröbe-Kapteyn, entitled The Psychological Background of Eranos (1939), originally presented at the Analytical Psychology Club in New York. In addition more than fifty previously unpublished photographs from the Eranos Archives have been made available through the Eranos Foundation for this celebratory volume.
Gian Piero Quaglino (a cura di), Formazione. I metodi, Raffaello Cortina Editore (fuori collana), Milano 2014. Negli ultimi trent’anni la formazione non solo ha moltiplicato la sua presenza nei più differenti contesti organizzativi e istituzionali, ma ha anche ampliato notevolmente il suo orizzonte di disciplina e di attività destinata allo sviluppo di conoscenze, competenze, capacità. Lungo questo cammino, la formazione ha saputo essere un luogo e un laboratorio di sperimentazione e innovazione di metodologie didattiche, così da mutare profondamente e arricchire significativamente i nostri modi di pensare e costruire l’apprendimento. Questo volume si propone di presentare un ampio panorama di metodi formativi: da quelli più “classici”, come la lezione e il role play, a quelli più specificamente centrati sul gruppo e il lavoro di gruppo; da quelli ispirati dalle nuove tecnologie a quelli focalizzati sul cambiamento e lo sviluppo organizzativo; da quelli più personalizzati come il coaching e il counselling a quelli che coltivano l’ambizione di favorire e sostenere “la conoscenza e la cura di sé”. È dunque uno strumento indispensabile per tutti coloro che, a vario titolo, operano nel mondo della formazione: che la utilizzano e la offrono, la progettano e la realizzano.
Carl Gustav Jung, I miti solari e Opicino de Canistris. Appunti del Seminario tenuto a Eranos nel 1943, a cura di Riccardo Bernardini, Gian Piero Quaglino e Augusto Romano, Moretti & Vitali Editori (fuori collana), Bergamo 2014 (English edition: The Solar Myths and Opicinus de Canistris. Notes of the Seminar given at Eranos in 1943, eds. Riccardo Bernardini, Gian Piero Quaglino, and Augusto Romano, Daimon Verlag, Einsiedeln 2015). Nel 1943, in occasione del Convegno di Eranos su Le religioni del Sole nel Mediterraneo, Carl Gustav Jung tenne un seminario “estemporaneo” su I miti solari e Opicino de Canistris. Questo libro, sulla base di una minuziosa ricerca documentale in fondi archivistici ed epistolari, presenta per la prima volta tutto ciò che di quel seminario è stato possibile reperire: gli appunti presi da due sue allieve, Alwine von Keller e Rivkah Schärf Kluger, e la traccia che Jung stesso aveva preparato per il suo intervento. Al di là dei miti solari, un tema che attraversa l’opera junghiana da Simboli della trasformazione (1912) in poi, è l’attenzione di Jung per Opicino de Canistris (1296-1352 ca.), sacerdote e cartografo pavese, a rappresentare un motivo di interesse del tutto particolare. Jung interpretò infati le “mappe del mondo” realizzate da Opicino come dei mandala, segnati però da una mancata integrazione dell’Ombra, quel principio oscuro irredento e forse, in fondo, irredimibile dell’animo umano, e da un conflitto psicologico a cui il religioso – il primo caso conosciuto di parafrenia nella storia della psichiatria – sembrò soccombere.
Stephen Aizenstat, Vegliare il sogno. Teoria e pratica del Dream Tending, edizione italiana a cura di Riccardo Bernardini e Gian Piero Quaglino, Moretti & Vitali Editori (“Il Tridente”), Bergamo 2013. L’altra notte abbiamo fatto il più sorprendente dei sogni. Le immagini del sogno hanno parlato alla nostra parte più intima, indicandoci una direzione per la nostra vita o mostrandoci una parte di noi in cerca di qualcosa di più. A distanza di qualche ora, però, alla luce del giorno, il sogno che ci ha così ispirato se ne è andato per sempre… oppure no? I sogni non sono fantasmi che vivono solo lo spazio di una notte, ma una realtà presente e viva, con cui entrare in contatto e da cui apprendere anche nella vita quotidiana. In Vegliare il sogno, l’autore espone la teoria e la pratica del Dream Tending, un approccio di lavoro con il sogno elaborato in una esperienza oltre trentennale. Attraverso il Dream Tending è possibile trasformare i personaggi degli incubi in validi mentori; portare nuovo calore e nuova intimità nelle proprie relazioni; superare ossessioni, compulsioni e dipendenze; entrare in contatto con le capacità di guarigione del sogno attraverso il dialogo con le immagini curative; scoprire il potenziale della propria creatività non ancora sfruttato; e, anche, vedere il mondo intorno a sé in una nuova luce (Copertina; Indice e Prefazione all’Edizione italiana).
Riccardo Bernardini, Jung a Eranos. Il progetto della psicologia complessa, Edizioni Franco Angeli (“Psicoterapie”), Milano 2011. A Eranos, la straordinaria sequenza di convegni interdisciplinari inaugurata nel 1933, Jung delineò più chiaramente l’idea di psicologia complessa: si trattava del disegno di una vera e propria psicologia generale, con cui le altre scienze – dalla storia delle religioni alla filosofia, dalla teologia all’antropologia, dalla storia dell’arte alle scienze naturali – avrebbero potuto dialogare. Ciò che Jung intendeva realizzare a Eranos fu un ambizioso, irripetuto e, per molti aspetti, ancora attuale modello di studio comparato dell’anima umana, a cui sarà necessario ritornare e da cui sarà forse possibile ripartire per ogni futuro serio tentativo di dialogo interdisciplinare. Il libro, di impostazione storiografica e basato su documentazione fino a questo momento inedita, ricostruisce la partecipazione di Jung a Eranos alla luce del progetto di psicologia complessa. Vengono esplorati i territori del contributo teorico di Jung a Eranos, l’itinerario intellettuale junghiano lungo un ventennio di conferenze e, infine, le tracce delle pionieristiche iniziative promosse da Jung a lato dei convegni, rilette come altrettanti passaggi fondativi della psicologia complessa.
Gian Piero Quaglino, La scuola della vita. Manifesto della terza formazione, Raffaello Cortina Editore (fuori collana), Milano 2011. In questo saggio, scritto a distanza di oltre venticinque anni da Fare formazione (1985), Gian Piero Quaglino sostiene l’idea di una nuova formazione, non più orientata esclusivamente alle mutevoli esigenze organizzative e al “mondo esteriore”, ma capace anche di parlare di ciò che più ci sta a cuore: il corso della nostra stessa vita. Questo “manifesto della terza formazione” è, dunque, la proposta di un cammino di apprendimento per coltivare se stessi attraverso un esercizio di riflessione e di interpretazione, di immaginazione e di narrazione, verso un traguardo sempre nuovo di formazione e trasformazione personale. Non si parla tuttavia, in queste pagine, dei temi della scuola della vita: essi sono infiniti quanto immenso è “l’oceano dei fiumi delle storie” che la nostra vita contiene così come quella di chiunque altro, in ogni tempo e in ogni luogo. Si parla piuttosto dei modi, cioè di un possibile percorso, di un itinerario, che sia per il cammino di formazione un esercizio e una pratica a cui ciascuna di queste infinite storie, di questi eventi, di questi casi, possa affidarsi, per il nostro tramite, diventando occasione preziosa e possibilità unica di un apprendere restituito e consegnato a noi stessi.
Ferruccio Vigna e Alberto Favole (a cura di), Riconnessioni. Dall’Alessitemia all’Anima, Moretti & Vitali Editori (“Il Tridente Campus”), Bergamo 2011. Alexitimia, termine coniato una quarantina di anni fa, letteralmente significa “non avere le parole per le emozioni“. In pratica si tratta di un insieme di deficit della competenza emotiva ed emozionale, palesato dall’incapacità di mentalizzare, percepire, riconoscere e descrivere verbalmente i propri e gli altrui stati emotivi. È un disturbo che si presenta sempre più frequentemente in pazienti psichiatrici e non solo: è sovente accompagnato da forme d’ansia, da panico ed è correlato a somatizzazioni di varia natura, che vanno dalla tachicardia all’ipertensione, dalla dispepsia ai disturbi della sfera sessuale. Come diagnosticare e curare oggi una morbo che va sempre più diffondendosi. Un gruppo di psicologi analitici e di psicologi-psichiatri analitici di estrazione junghiana si confronta alla ricerca di nuove possibilità di cura che, pur non trascurando gli aspetti neuropatologici tracciano percorsi di cura che si orientano a considerare come centrale, se non addirittura determinante, l’approccio umanistico alla cura: quello che solo le psicoterapie umanistiche e psicoanalitiche possono offrire.
Ferruccio Vigna (a cura di), Jung e le immagini, Moretti & Vitali Editori (“Il Tridente Campus”), Bergamo 2010. È pressoché inevitabile, quando si ragiona sul pensiero fantastico, lo scontro con una concezione di fondo che lo svaluta, perché teorizza lo sviluppo umano come qualcosa che procede dall’inconscio alla coscienza, dal pensiero fantastico a quello razionale. Il mondo di fantasie che ci viene presentato dalle mitologie ha più affinità con la creatività artistica che non con la registrazione fedele del mondo reale; lo stesso vale per il mondo psichico dei primitivi, dei bambini e dei folli. Per questo motivo, nell’interrogarsi su quale sia il significato ultimo del fantasticare, gli autori hanno voluto in primis esplorare il tema della creatività. Solo quando accedono ad una consapevole elaborazione, le immagini del mondo interiore acquisiscono uno statuto particolare e prezioso: diventano appunto creatività. E il punto focale della creatività consiste, come ci suggerisce Jung, nell’accettare il passaggio da una utilizzazione estetica delle immagini, un modo più o meno inconscio per negare le potenzialità conflittuali che esse recano, a un atteggiamento etico, che vede nelle fantasie la raffigurazione di contenuti che non sono più o non sono ancora riconosciuti dall’Io.
Wilma Scategni, Abbecedario per psicoterapeuti in formazione, Ma.Gi., Roma 2009. Fornire agli psicoterapeuti in formazione un “filo di Arianna” che li aiuti a non perdersi mentre si inoltrano nei tortuosi percorsi della psiche altrui è lo scopo principale di questo vademecum. L’autrice identifica alcuni punti fermi nell’esercizio della psicoterapia e indica strumenti fondamentali per impostare correttamente una relazione terapeutica (estremamente utili risulteranno alcune “griglie” per la raccolta dei dati e del materiale nel corso degli incontri…). Cosa significa entrare nel mondo del paziente? Cosa guardare e cosa annotare? Che tipo di terapia proporre? Usare i test per orientarsi nella diagnosi? Come impostare e come terminare una terapia? La raccolta anamnestica, il contratto terapeutico, la costruzione del setting, la ricerca dei dati significativi nel colloquio clinico, la gestione del transfert e controtransfert… una mappa degli elementi e questioni fondamentali per una corretta gestione del cosiddetto “caso clinico”. Completa il volume, un quadro sintetico dell’approccio junghiano in ambito psichiatrico. Wilma Scategni è Docente di Immaginazione attiva e psicoterapia presso l’Istituto di Psicologia Analitica e Psicoterapia (IPAP).
Maurizio Gasseau e Riccardo Bernardini (a cura di), Il sogno. Dalla psicologia analitica allo psicodramma junghiano, Edizioni Franco Angeli (“Psicoterapie”), Milano 2009. Il volume presenta una panoramica di scritti che mettono in luce alcune questioni teoriche relative alla interpretazione del sogno e una serie di aspetti del lavoro clinico sul sogno. La prima parte del lavoro si rifà alla presenza del sogno nelle culture antiche – dai riti di incubazione dell’Antico Egitto ai templi di Asclepio nel Mediterraneo – e a quanto la psicologia analitica nella storia dell’umanità abbia sempre trovato nutrimento e materiale di studio comparativo. La seconda parte tratta dell’interpretazione del sogno nell’ambito della psicologia analitica, tentando di rispondere a una serie di interrogativi: è possibile postulare l’esistenza di sogni anticipatori? Come lavorare sui sogni prospettici, sugli incubi o sui sogni ricorrenti? Che significato può avere una successione di sogni? Come dialogare con il sogno, senza che l’interpretazione vada a discapito della vitalità delle immagini oniriche? La terza parte entra nell’ambito del lavoro sul sogno nello psicodramma junghiano, esponendo le modalità di rappresentazione, di conduzione e di amplificazione di differenti categorie di sogni nei gruppi.
Giorgio Blandino, Psicologia come funzione della mente. Paradigmi psicodinamici per le professioni di aiuto, UTET (“UTET Università”), Torino 2009. L’idea che sottende il lavoro di Giorgio Blandino è la possibilità di pensare la psicologia non solo come a una disciplina scientifica o a una professione sociale, ma anche, e ancor prima, come a una “funzione della mente”. Si tratta di guardare alla psicologia come a una potenzialità, applicabile in tutte quelle situazioni o professioni “ad alto tasso di relazionalità”: da quelle strettamente psicologiche a quelle, più in generale, di cura e aiuto: infermieri, medici, assistenti sociali e operatori sociali; da quelle educativo-formative, come sono le funzioni svolte da insegnanti, educatori e formatori, a quelle gestionali, ovvero di coloro che gestiscono gruppi di lavoro o strutture organizzate. Dall’altro lato, concepire la psicologia come “funzione della mente” implica che la psicologia diventi essa stessa un criterio per valutare la validità di una qualsiasi azione individuale, gruppale, istituzionale o sociale: la validità di ogni azione, in altre parole, può essere misurata sulla base della sua capacità e utilità nel far crescere gli individui e le comunità, nel promuovere salute mentale, nel favorire un atteggiamento scientifico verso la vita e la conoscenza.
Gian Piero Quaglino, Augusto Romano e Riccardo Bernardini (a cura di), Carl Gustav Jung a Eranos 1933-1952, Antigone Edizioni (“Acheronta movebo”), Torino 2007. Luogo di incontro tra Oriente e Occidente, Eranos (dal greco, “banchetto”, “picnic”) è andato configurandosi come un laboratorio di ricerca sulle strutture universali sottostanti al fenomeno religioso, dove l’interesse di Jung per la mitologia e la fenomenologia della religione diventò il punto di contatto tra il suo pensiero e quello di molti studiosi tra i più significativi del XX secolo. Il volume include una galleria di ottanta fotografie, perlopiù inedite, provenienti dagli archivi della Fondazione Eranos di Ascona. Le immagini sono state oggetto della mostra fotografica Carl Gustav Jung a Eranos 1933-1952 (Rettorato dell’Università degli Studi di Torino, 19 ottobre-9 novembre 2007), di cui il presente volume costituisce il catalogo.
Wilma Scategni, L’eredità di Shahrazàd. Appunti di volo tra individuazione e integralismo, La biblioteca di Vivarium, Milano 2007. “Ciò che si propone l’autrice di questo libro è di riflettere su alcuni aspetti della realtà del mondo odierno, dal punto di vista di chi vive la professione di psicoterapeuta del profondo come inevitabilmente immersa nel divenire frammentato dell’epoca. E al tempo stesso cerca di recuperare alcuni aspetti fondamentali del proprio bagaglio professionale nel senso più ampio del termine: non per dare una lettura compiuta della crisi, il che apparirebbe oggi pretesa eccessiva, ma per utilizzarli come strumenti per comprendere, per tentare di ‘gettare ponti nel caos’. Mi sembra in questo senso molto significativa la metodologia di lavoro di questo libro. Da una parte, raccontando incontri di studio con colleghi su temi critici dell’epoca, oppure citando ricerche di altri colleghi uniti dalla stessa consapevolezza e dai medesimi interrogativi, l’autrice isola ed ipotizza spezzoni di risposta alle domande di fondo che animano la sua ricerca (“in quali forme nuove si configura il processo d’individuazione in un mondo dominato dall’incertezza ad ogni livello?”). Ma non dimentica mai, dall’altra, di vivere essa stessa in questa crisi e quindi di non poter ergersi al di sopra di essa.
Alessandro Defilippi, Cuori bui, usanze ignote, Antigone (“Transizioni”), Venaria Reale (Torino) 2006. Perché uno psicoanalista scrive racconti e romanzi? Forse perché un analista ama le storie, quelle dei suoi pazienti, quelle che il suo inconscio gli detta. Quelle che lui stesso vive. Forse perché cerca di catturare qualche frammento di bellezza. Forse perché scrivere è un rimedio al dolore che legge negli occhi di tutti, anche nei propri. Ed ecco allora questo nuovo libro, questo tentativo di catturare le ombre che passano nel cuore. Un labirinto, qualcuno che assiste un inevitabile passo d’addio, un esperimento di luci e sensazioni, un viaggio in automobile, ineludibile come tutti i veri viaggi. La vecchia amica morte che compare, anche oltre finali più sereni. E poi fantasie antiche, citazioni, musiche, motori luccicanti, figure di donna a volta a volta luminose od oscure. Alessandro Defilippi, analista junghiano con funzioni didattiche, è Docente per gli insegnamenti di Fondamenti di clinica junghiana I: nevrosi e psicosi (I anno) e di Fondamenti di clinica junghiana III: evoluzioni della psicoterapia post-junghiana (III anno) presso l’Istituto di Psicologia Analitica e Psicoterapia (IPAP), Scuola di Specializzazione in Psicoterapia (Ivrea).
Gian Piero Quaglino e Augusto Romano, A spasso con Jung, Raffaello Cortina Editore (“Minima”), Milano 2005; A colazione da Jung, Raffaello Cortina Editore (“Minima”), Milano 2006; Nel giardino di Jung, Raffaello Cortina Editore (“Minima”), Milano 2010. Spesso con grande preveggenza, Carl Gustav Jung ha delineato idoli, falsi miti, tic, derive dell’uomo alle prese con la modernità. Gli autori hanno scelto una serie di “massime” tratte dall’opera junghiana, presentandole con brevi commenti che ne mettono in evidenza il carattere aforistico e paradossale. I commenti non hanno intonazione rigorosamente teorica o filologica ma, chiamando magari a testimoni filosofi, scrittori, poeti, mettono in evidenza aspirazioni, fantasie, timori che si aggirano nel mondo contemporaneo. Com’è che “ognuno può essere felice solo a modo suo”? Perché “non tutto si può né si deve guarire”? E davvero “chi fa sempre tutto bene finisce con l’annoiarsi”? Da questi e altri interrogativi, gli autori prendono spunto per divagazioni non accademiche suggerite non solo dalla psicologia ma anche da filosofia, letteratura, poesia, nonché dalla quotidianità. Obiettivo: invogliare il lettore a contrastare la banalità e il chiacchiericcio del nostro tempo. Gian Piero Quaglino è docente di Fondamenti del pensiero junghiano presso l’IPAP, Scuola di Specializzazione in Psicoterapia. Augusto Romano ha insegnato Fondamenti di Psicologia Analitica presso l’IPAP.
Gian Piero Quaglino, La vita organizzativa. Difese, collusioni e ostilità nelle relazioni di lavoro, Raffaello Cortina Editore (“Individuo, gruppo, organizzazione”), Milano 2004. In ogni contesto organizzativo, la vita di lavoro espone a crescenti fatiche soggettive. La collaborazione incontra difficoltà, gratificazione e motivazione sono messe alla corda, incerte diventano le ragioni per impegnarsi e sempre minore appare la possibilità di condividere temi come l’orgoglio e la fiducia. Quando insorgono difficoltà, quando il futuro è incerto, l’esito più negativo è che l’organizzazione riveli il suo volto più ostile. D’altro canto, questa ostilità organizzativa non solo si manifesta nei momenti in cui l’incertezza prende il sopravvento, l’insicurezza fa vacillare le possibilità di successo, ma in realtà è sempre presente. Ci si potrà, insomma, arrendere all’evidenza che nel fondo anche l’organizzazione abbia la sua “ombra” e che negarla in nome di una qualunque razionalità non faccia altro che che alimentarla. Il volume va oltre lo sguardo di superficie sull’organizzazione, che parla di efficienza, positività e successo nella competizione, approfondendo le ragioni di ciascuno per tentare percorsi di sopravvivenza nei contesti di lavoro e analizzando i più evidenti “nodi” relazionali a cui essi espongono e che alimentano.
Giulio Gasca (a cura di), Psicodramma Analitico. Punto d’incontro di metodologie psicoterapeutiche, Edizioni FrancoAngeli (“Psicoterapie”), Milano 2004. Lo Psicodramma Analitico Individuativo (PAI) è una metodologia psicoterapeutica e analitica di gruppo che rappresenta un’originale forma di incontro e di integrazione tra differenti modelli. Tale metodologia, che celebra quest’anno i suoi primi 25 anni di vita, è nata a Torino dalla collaborazione di un gruppo di psicodrammatisti con formazione analitica e riconosce come proprio peculiare punto di forza il continuo confronto dialogico con gli altri modelli di analisi terapeutica. Per rispecchiare questa stessa impostazione il curatore ha voluto strutturare il testo in modo da favorire il dibattito: analizzando il rapporto fra lo PAI e gli altri modelli d’intervento viene lasciato spazio di commento anche ad autorevoli esponenti di altre correnti di pensiero, i cui appunti diventano poi spunto per nuove elaborazioni. È così possibile confrontare criticamente i principi ispiratori e i tratti operativi essenziali di altre otto metodologie terapeutiche: lo psicodramma classico moreniano, la psicanalisi freudiana, la psicologia analitica junghiana, la psicologia individuale adleriana, la terapia familiare sistemica, la terapia della gestalt, l’analisi transazionale e la gruppoanalisi. Il volume, arricchito da numerose esemplificazioni cliniche, si rivolge a psicologi e psicoterapeuti.
Wilma Scategni, Psicodramma e terapia di gruppo. Spazio e tempo dell’anima, Red Edizioni (“Immagini dal profondo”), Como 1996 (English edition: P). Nello psicodramma analitico, il disagio del paziente viene non più solo raccontato a parole dallo psicanalista, bensì recitato attraverso i gesti, le azioni, le messe in scena di un gruppo di pazienti. Si possono così aggirare i pregiudizi e le censure dell’intelletto per liberare la spontaneità vitale e risolvere i conflitti interiori. Il libro, nelle edizioni italiana e inglese, è il risultato di anni di lavoro analitico con gruppi e individui. È unico nel campo della pratica terapeutica, in quanto unisce la Psicologia Analitica di C.G. Jung con lo psicodramma di J.J. Moreno. Questo volume permette agli psicoterapeuti di incorporare le idee junghiane nel loro lavoro psicodrammatico e fornisce agli junghiani una guida su come le tecniche psicodrammatiche possono essere utili nella terapia di gruppo.
Maurizio Gasseau e Giulio Gasca, Lo psicodramma junghiano, Bollati Boringhieri Editore (“Lezioni e seminari”), Torino 1991. Tra gli sviluppi della Psicologia Analitica in ambito gruppale vi è lo psicodramma analitico di matrice junghiana o, più semplicemente, psicodramma junghiano, nel quale viene coniugato lo psicodramma classico di Jacob Levi Moreno (1889-1974) con le teorie di Jung. Nello psicodramma junghiano, sviluppato inizialmente in modo indipendente in Svizzera – per opera di Helmut Barz (1932-2007) e Ellynor Barz (1931-2013) – e in Italia – con Maurizio Gasseau e Giulio Gasca –, gli analisti utilizzano le drammatizzazioni per accompagnare i membri del gruppo nel loro processo d’individuazione, con una attenzione particolare alla serie di sogni presentati e drammatizzati e l’ausilio di tecniche di immaginazione attiva. La solidità scientifica dell’indirizzo psicodrammatico junghiano è ormai attestata da un numero di studi teorici e clinici ormai sempre più ampio; le ricerche e gli studi di esito (outcome) in particolare, condotti con le moderne metodologie di ricerca empirica, si sviluppano, in Italia, all’interno del network di confronto sulla Ricerca empirica in terapia psicodinamica di gruppo, attivo nell’ambito della Society for Psychotherapy Research (SPR).
Gian Piero Quaglino, Scritti di formazione. 1978-1998, Edizioni Franco Angeli (“Educazione degli adulti”), Milano 1999; Il processo di formazione. Scritti di formazione 2. 1981-2005, Edizioni Franco Angeli (“Educazione degli adulti”), Milano 2005; Scritti di formazione 3. 1991-2002, Edizioni Franco Angeli (“Educazione degli adulti”), Milano 2006; Leadership e cambiamento. Scritti di formazione 4. 1976-2006, Edizioni Franco Angeli (“Educazione degli adulti”), Milano 2007; Clima e motivazione. Scritti di formazione 5. 1992-2009, Edizioni Franco Angeli (“Educazione degli adulti”), Milano 2010. La collana si rivolge a tutti coloro che sono interessati alle tematiche della formazione professionale e della formazione degli adulti e raccoglie contributi pubblicati tra il 1978 e il 2009, più alcuni inediti. Ogni volume è dunque un’antologia di scritti che, ordinati cronologicamente, vogliono offrire una lettura longitudinale di un percorso di riflessione, ricerca e applicazione dedicato “alla formazione” (e, in primo luogo, alla formazione manageriale), testimoniando tra l’altro il continuo impegno a sviluppare la circolarità tra teoria e pratica. In questa prospettiva vengono affrontati, di volta in volta, i differenti temi di interesse e di sviluppo nel campo della formazione, dall’analisi dei bisogni alla valutazione dei risultati, dalla progettazione di metodi formativi ai contenuti di una possibile teoria della formazione, alle linee di sviluppo del profilo del formatore.